Durante i primi 9 mesi del 2017 il GSE (Gestore dei Servizi Energetici), avvalendosi di Rse e di Enea, ha riconosciuto complessivamente 4.718.669 Titoli di Efficienza Energetica, segnando così un forte incremento del 16% rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso, nel quale i TEE riconosciuti erano stati circa 4 milioni. Ma cosa sono i Titoli di Efficienza Energetica, anche detti Certificati Bianchi? E perché sono così poco conosciuti dal grande pubblico?
Cosa sono i Certificati Bianchi?
In parole estremamente semplici, i Certificati Bianchi sono degli incentivi che, al fine di aiutare la trasformazione sostenibile del sistema energetico italiano, vanno a premiare il risparmio in termini di energia fossile. Nel dettaglio, i TEE sono dei titoli negoziabili che vanno a certificare il raggiungimento di un concreto e quantificabile risparmio energetico attraverso interventi di efficienza energetica.
Il motivo per il quale i Certificati Bianchi risultano perlopiù sconosciuti dal grande pubblico è presto detto: non stiamo infatti parlando di un’iniziativa ad ampio raggio, come poteva essere il Conto Energia, quanto invece di una normativa volta a premiare i risparmi energetici ottenuti da grandi aziende o da enti pubblici.
Gli obiettivi dei Titoli di Efficienza Energetica
Introdotti in Italia con il decreto ministeriale del 20 luglio 2004, i Certificati Bianchi sono nati a livello europeo per mettere in pratica il pacchetto ‘clima-energia 20-20-20’ risultante dal Protocollo di Kyoto. Gli obiettivi fissati, da raggiungere entro il 2020, sono:
- il taglio del 20% (in relazione ai livelli del 1990) delle emissioni di gas serra
- portare alla quota minima del 20% l’energia prodotta a partire da fonti rinnovabili
- migliorare del 20% l’efficienza energetica
Le Tonnellate Equivalenti di Petrolio
Posti davanti a queste normative europee vincolanti, i distributori di energia elettrica e di gas naturale sono dunque obbligati a raggiungere annualmente degli obiettivi concreti in termini di risparmio energetico, i quali vengono espressi in Tonnellate Equivalenti di Petrolio, ovvero TEP. Ogni TEP corrisponde ad un Certificato Bianco, il quale dunque si può ottenere o attraverso degli interventi specifici di efficienza energetica oppure attraverso l’acquisto presso altri soggetti di Titoli di Efficienza Energetica, così come predisposto dal Gestore Mercati Energetici.
I Certificati Bianchi ai soggetti non obbligati
Va sottolineato che lo scenario dei Titoli di Efficienza Energetica, a partire dal 28 dicembre 2012, è leggermente mutato, in virtù di un decreto che ha voluto definire nuovi obiettivi quantitativi, introducendo parallelamente ulteriori soggetti ammessi alla presentazione di progetti e di interventi atti ad ottenere dei Certificati Bianchi. Possono dunque mirare ai TEE non solo i soggetti obbligati o le società controllate/controllanti, ma anche i distributori di energia elettrica e di gas naturale non obbligati dalla normativa, i soggetti pubblici e privati in possesso di certificazione relativa alla norma UNI CEI 11252 oppure, in alternativa, le imprese e gli enti che, seguendo la norma UNI CEI 11339, hanno nominato un esperto in gestione dell’energia o sono in possesso di un sistema di gestione energetica così come specificato dalla ISO50001.
Il Gestore dei Mercati Energetici e la compra-vendita dei Titoli
Da tutto questo si capisce dunque che, laddove un’impresa compie degli interventi di efficientamento energetico cambiando – per esempio – uno specifico macchinario produttivo, allora tale impresa potrà ricevere dal GME (Gestore Mercati Energetici) un numero di Certificati Bianchi pari al risparmio raggiunto in TEP, ovvero, come specificato sopra, in Tonnellate Equivalenti di Petrolio. I Certificati Bianchi così acquisiti potranno poi essere venduti a delle società di distribuzione di elettricità e di gas naturale con più di 50mila utenti, così da permettere loro di raggiungere i limiti normativi.
L’iter per ottenere i Certificati Bianchi
Nel gennaio del 2017 il Ministero dello Sviluppo Economico ha fissato nel dettaglio gli obiettivi quantitativi nazionali annui di risparmio energetico da raggiungere nei prossimi anni. Si parla nel dettaglio di 7,14 milioni di TEP per l’anno corrente, di 8,32 milioni per il 2018, di 9,71 milioni per il 2019 e di 11,19 milioni per il 2020. Di fronte a tali obiettivi ambiziosi il Ministero ha voluto sottolineare ancora una volta che gli interventi possono riferirsi anche ad azioni ed interventi messi in campo da soggetti non obbligati. L’iter per vedersi riconosciuti i Certificati Bianchi è ben delineato: i progetti devono essere inviati al Gestore Servizi Energetici, il quale, con il supporto di Enea e di RSE, procede – entro 90 giorno dalla ricezione – alla valutazione tecnico-economica. Entro tre mesi, dunque, si potrà ricevere la risposta: in caso affermativo, il Gestore dei Mercati Energetici provvederà a emettere l’esatto ammontare di Certificati Bianchi corrispondenti così come calcolati dal GSE.
Va sottolineato che gli incentivi dei Certificati Bianchi sono possibili solamente in assenza di altri incentivi statali. In termini pratici, dunque, sarebbe inutile inoltrare la richiesta per ricevere dei CB laddove per il medesimo impianto fotovoltaico si sia già goduto delle detrazioni fiscali del 50 o del 65% o degli incentivi Conto Energia. In ogni caso la comunicazione al GSE deve avvenire entro e non oltre i 18 mesi dall’allaccio dell’impianto.
Certificati Bianchi nel 2017, un anno da record
Se consideriamo i volumi scambiati e i prezzi, il 2017 è stato un anno da record per il mercato organizzato dei Titoli di efficienza energetica, come evidenziato nel bilancio redatto dal Gestore dei mercati energetici.
Il prezzo medio dei TEE è aumentato dell’81% in confronto ai dati dell’anno precedente e gli scambi, in aumento del 12%, si attestano a 6,22 milioni di tep consolidando così il trend positivo.